La tassazione sulla differenza fra il prezzo di vendita e il prezzo d’acquisto aumentato delle imposte e delle spese sostenute si chiama plusvalenza e va pagata in caso di vendita dell’immobile prima di 5 anni dal momento dell’acquisto.
Si può liquidare l’imposta unica del 20% direttamente al notaio il giorno del rogito oppure attraverso la denuncia dei redditi.
Il problema emerge solamente se il prezzo di vendita è superiore rispetto a quello di acquisto; vice versa se la vendita avviene prima dei 5 anni ma il prezzo di vendita è inferiore, la plusvalenza non sussiste.
In questo caso, c’è una differenza sostanziale tra la prima e la seconda casa.
Infatti, perfezionando la vendita della prima casa entro 5 anni dall’acquisto, per legge non è prevista alcuna tassa sulla plusvalenza purchè sussista la residenza nell’abitazione principale per più di metà del tempo tra l’acquisto e la vendita.
Esempio: prima casa acquistata a € 150.000 e in vendita dopo 24 mesi a € 200.000, per non pagare la tassazione sui € 50.000, è necessario dimostrare la residenza presso l’abitazione principale per minimo 12 mesi.
Se ciò non fosse dimostrabile, il 20% di tasse sulla plusvalenza pari a € 10.000, è dovuto.
Le modalità per dimostrare l’effettiva residenza sono l’intestazione di utenze, il nome sul citofono e campanello ecc.
E’ bene inoltre essere a conoscenza del fatto che per non perdere le relative agevolazioni prima casa, imposta di registro del 2% sull’immobile “usato”, si è tenuti ad acquistarne una entro 12 mesi dalla vendita.
Per le seconde case, se l’immobile viene alienato entro i 5 anni dall’acquisto ad un prezzo superiore, la plusvalenza va sempre pagata , in quanto viene considerata dalla legge come un’attività speculativa.
E’ importante conoscere precisamente le tempistiche di acquisto/vendita per evitare di destinare il denaro alle tasse piuttosto che alle proprie necessità.